Ken Hu, Rotating Chairman di Huawei, esprime fiducia nell'azienda e ne analizza le sfide

Ken Hu, Rotating Chairman di Huawei, ha tenuto una conferenza stampa con i principali media internazionali presso il nuovo campus di Huawei a Dongguan, martedì 18 dicembre 2018. I giornalisti hanno avuto modo di visitare i laboratori di ricerca e sviluppo dove sono stati mostrati i materiali e le tecnologie di gestione termica sviluppati per le soluzioni 5G e un laboratorio indipendente per la sicurezza informatica.

Ken Hu ha espresso messaggi fortemente positivi sulla crescita aziendale di Huawei e sulle prospettive future, sottolineando la fiducia verso l'azienda di centinaia di operatori di rete, di quasi metà delle società Fortune 500 di tutto il mondo e di centinaia di milioni di consumatori. Secondo le previsioni, il fatturato di Huawei nel 2018 avrebbe dovuto superare i 100 miliardi di dollari.

Hu ha anche risposto direttamente in merito alle recenti accuse contro la società, affermando che è meglio lasciare che i fatti parlino da soli e al contempo sottolineando ripetutamente che non sono mai state rilevate falle nella sicurezza di Huawei. Hu ha affermato che in 30 anni di attività non si sono mai verificati gravi episodi di violazione della sicurezza informatica.

Di seguito alcuni passaggi chiave della conferenza stampa:

  • Sul 5G - Huawei si è assicurata 25 contratti commerciali, posizionandosi al primo posto tra tutti i fornitori di apparecchiature TIC grazie alle oltre 10.000 stazioni base già installate in tutto il mondo. Quasi tutti i clienti di rete hanno indicato di volere collaborare con Huawei, che è attualmente leader del mercato con le migliori apparecchiature e lo rimarrà almeno per i prossimi 12-18 mesi, grazie alla capacità di garantire una transizione verso il 5G più veloce ed economicamente vantaggiosa. Alcune preoccupazioni sulla sicurezza della tecnologia 5G erano legittime, ha osservato Hu, ma possono essere chiarite o mitigate attraverso la collaborazione con operatori e governi locali.

Si sono verificati solo "rari casi" in alcuni paesi che hanno utilizzato problematiche legate al 5G come scusa per fare speculazioni infondate, poiché esclusivamente basate su "considerazioni ideologiche o geopolitiche". Le preoccupazioni sulla sicurezza sollevate in modo ingannevole per bloccare la concorrenza sul mercato rallenterebbero l'adozione di nuove tecnologie, aumenterebbero i costi di implementazione della rete, nonché i prezzi per i consumatori. Secondo alcuni economisti, se Huawei fosse autorizzata a competere negli Stati Uniti per lo sviluppo del 5G, dal 2017 al 2020 si risparmierebbero circa 20 miliardi di dollari sulle infrastrutture wireless.

  • Sicurezza informatica -La sicurezza informatica è al primo posto tra le priorità di Huawei. Hu si è detto favorevole alla realizzazione di centri di valutazione della sicurezza informatica in paesi come Stati Uniti e Australia, facendo riferimento a centri simili già realizzati nel Regno Unito, in Canada e in Germania allo scopo di identificare, guidare e mitigare qualsiasi genere di preoccupazione. Huawei si è sottoposta alle revisioni e ai controlli più severi da parte di legislatori e clienti, esprimendo comprensione per le legittime preoccupazioni che potrebbero avere alcune delle parti interessate

Tuttavia, nessuna prova indica che le apparecchiature Huawei rappresentano una minaccia alla sicurezza. Riguardo alle preoccupazioni spesso citate sulla legge cinese, il Ministero degli Affari Esteri in Cina ha formalmente chiarito che nessuna legge impone alle società di installare backdoor. Huawei rimane aperta al dialogo e a discutere eventuali preoccupazioni sulla sua trasparenza e indipendenza. Qualsiasi prova potrà essere condivisa con gli operatori di telecomunicazioni, se non con Huawei o il pubblico in generale.

  • Conformità -Alcuni giornalisti hanno posto domande sul CFO di Huawei, la signora Meng Wanzhou. A questo proposito Hu non ha potuto rilasciare commenti per via dei processi legali in corso, ma ha affermato che le operazioni commerciali non sono state influenzate dall'accadimento. Huawei fa completo affidamento sul suo sistema di conformità commerciale, in vigore dal 2007 e ripone altrettanta fiducia nell'equità e nell'indipendenza dei sistemi giudiziari di Canada e Stati Uniti.

Hu si è soffermato infine sui recenti successi della società e ha ricordato la sua quasi trentennale carriera all'interno di Huawei dove ha visto crescere le persone, la cultura e il management. "Questo è un viaggio di trasformazione che ci ha aiutato a crescere da fornitore sconosciuto a leader nel 5G." Hu ha anche riconosciuto che Huawei deve ancora affrontare molte sfide e ha ringraziato i media per la loro apertura a dialogo e ha fatto appello a dipendenti, clienti e altre parti interessate.

"Mi piacerebbe citare Romain Rolland", ha detto Hu in chiusura, riecheggiando le parole del celebre scrittore francese che nel 1915 ha ricevuto il Premio Nobel per la letteratura.

"C'è solo un eroismo nel mondo: vedere il mondo così com'è e amarlo." In Huawei, vediamo quello che abbiamo affrontato e continuiamo ad amare il lavoro che stiamo facendo. Anche in Cina abbiamo un detto simile: 道阻且长,行且将至. Significa che "la strada da percorrere è lunga e difficile, ma continueremo ad avanzare verso la nostra destinazione perché è un viaggio che ormai abbiamo intrapreso."

Trascrizione completa

Frase d'apertura

Ken Hu: Buonasera a tutti! Benvenuti nel nostro nuovo campus, il più grande a livello mondiale. Abbiamo costruito qui il nostro centro di produzione, così come il centro di formazione e quello di ricerca e sviluppo. E abbiamo trasferito molti dei nostri dipendenti da Shenzhen a Dongguan. Ho visto con i miei occhi l'entusiasmo dei nostri dipendenti per il nuovo campus.

Immagino che questa mattina abbiate avuto modo di fare un bel giro nel nostro laboratorio tecnologico e qui nel laboratorio per la sicurezza. La prossima volta ci farebbe piacere farvi fare un breve giro sul nostro trenino per visitare questo straordinario campus. La sede è ancora più bella perché sorge sulle sponde di un lago. So che durante il periodo festivo siete tutti molto oberati di impegni, per questo desidero ringraziarvi per aver trovato il tempo di partecipare a questo incontro.

Sarete tutti d'accordo che quest'anno è stato particolarmente ricco di eventi. Immagino che avrete molte domande da porci durante la conversazione odierna. Prima di iniziare, vorrei cogliere l'occasione per darvi un breve aggiornamento sui progressi del nostro business nell'anno in corso, per poi passare alla sessione di domande e risposte.

L'azienda quest'anno ha raggiunto risultati particolarmente positivi. Siamo abbastanza sicuri che entro la fine dell'anno supereremo i 100 miliardi di dollari di ricavi complessivi.

È un traguardo importante della nostra storia. È la prima volta che il nostro fatturato ha superato i 100 miliardi di dollari. Anche il livello di crescita raggiunto dai diversi gruppi aziendali è stato molto soddisfacente.

Ad esempio, se consideriamo il nostro business come gestore telefonico, ovvero la parte più significativa del nostro portafoglio totale, abbiamo chiuso più di 25 contratti commerciali per il 5G. Adesso siamo al primo posto in quest'area. È il risultato di una lungimirante innovazione tecnologica estesa a tutto il settore. Inoltre, abbiamo anche iniziato a distribuire apparecchiature 5G in tutto il mondo. Di fatto, abbiamo già consegnato più di 10.000 stazioni base in diversi mercati globali.

Ma anche il nostro business aziendale ha registrato una forte crescita. Abbiamo chiuso un numero crescente di contratti con le principali società a livello mondiale. Quest'anno più di 200 società elencate nel Fortune 500 hanno scelto Huawei come fornitore per la trasformazione digitale. Anche questo rappresenta un enorme passo in avanti.

Nel mercato dei consumatori non è andata molto diversamente. Come tutti saprete, le vendite dei nostri smartphone hanno avuto una forte impennata. Quest'anno abbiamo raggiunto un enorme incremento del fatturato e delle consegne grazie al successo del lancio dei nostri prodotti di punta, i modelli P20 e Mate 20. Questi due smartphone hanno introdotto sul mercato alcune funzionalità straordinarie, incluse fotocamere di altissima qualità ma soprattutto l'intelligenza artificiale.

Tutti e tre i gruppi aziendali sono dunque cresciuti in modo più che soddisfacente durante l'anno. A ottobre, in particolare, abbiamo annunciato per la prima volta la nostra soluzione di intelligenza artificiale completa, implementabile in qualsiasi scenario.

Dopo aver lavorato all'intelligenza artificiale per circa dieci anni, quest'anno abbiamo presentato la nostra soluzione, completa e valida per qualsiasi scenario. Siamo fiduciosi che questa soluzione ci permetterà alla fine di trasformare l'intelligenza artificiale in una tecnologia multiuso.

Stiamo lavorando per renderla più accessibile e abbordabile per tutti. Nei prossimi anni ci auguriamo di riuscire a proporre chipset e soluzioni hardware e software ancora più efficienti per l'intelligenza artificiale, in modo da aiutare i nostri clienti a ottimizzare i vantaggi di questa tecnologia emergente.

Questi sono dunque gli straordinari sviluppi registrati nell'anno in corso. Ma, come è ovvio, le sfide non mancano. Tutti voi saprete delle accuse rivolte a Huawei quest'anno. Nonostante i tentativi in alcuni mercati di rovinare la reputazione di Huawei e usare la politica per interferire con la crescita del settore, siamo orgogliosi di affermare che i nostri clienti continuano ad avere fiducia in noi e a riconoscere il nostro contributo nel settore.

Continuano a lavorare con noi, a innovare con noi e a creare le loro reti con la nostra tecnologia innovativa. Siamo davvero grati per il loro supporto.

Quando si parla di problemi di sicurezza, come settore, riteniamo che sia necessario parlare più di tecnologia e di come migliorarla. Quando invece si tratta di accuse in merito alla sicurezza, è preferibile che i fatti parlino da soli. E i fatti sono i seguenti: I precedenti di Huawei sulla sicurezza sono irreprensibili. Pensiamo che la sicurezza informatica sia un problema di livello globale. È una sfida che riguarda tutto il settore, da gestire tutti insieme.

In futuro continueremo a investire in innovazione tecnologica, banda larga, cloud, intelligenza artificiale e dispositivi intelligenti. Pensiamo inoltre che questi continui investimenti in innovazione tecnologica ci assicureranno per il prossimo anno una forte crescita nel settore delle telecomunicazioni, grazie a un'implementazione più rapida della tecnologia 5G. Questo ci permetterà di consolidare la nostra posizione sul mercato enterprise con l'estensione della trasformazione digitale a tutti i settori verticali, ma soprattutto di offrire dispositivi ancora più innovativi e straordinari ai consumatori. Presenteremo a breve il nostro primo smartphone 5G e ci aspettiamo che sarà un successo.

Questo è solo un breve resoconto della crescita del nostro business e della nostra azienda. Oggi avremo comunque modo di approfondire questi temi insieme.

Aprirei dunque la sessione delle domande.

Domande e risposte

Joseph Waring, Mobile World Live: Considerando le accuse e i sospetti sollevati da molti governi, quali azioni specifiche Huawei intende intraprendere nel breve o medio termine per mitigare almeno in parte tutta questa tensione? So che il vostro centro di sicurezza informatica nel Regno Unito sta lavorando con gli operatori locali e con altre organizzazioni simili. Può approfondire questo punto?

Ken Hu: Sappiamo bene che il nostro settore sta attraversando un momento di transizione tecnologica più rapido del solito. Le tecnologie sono sempre più complesse. Le reti stanno diventando più aperte. Di conseguenza, stiamo osservando sicuramente un interesse e un'attenzione maggiori da parte degli operatori di rete e delle autorità di controllo, così come del pubblico in generale, nei confronti del settore. Pensiamo sia assolutamente normale.

Basta considerare la nostra storia, la crescita eccezionalmente rapida della nostra azienda, di cui vi ho parlato poco fa. Il nostro fatturato supererà i 100 miliardi di dollari molto presto. Stiamo facendo affari con 170 paesi del mondo. Circa la metà delle società incluse nella lista Fortune 500 utilizza prodotti Huawei. La maggior parte dei principali operatori di telecomunicazioni ha adottato apparecchiature Huawei. I nostri smartphone sono utilizzati da centinaia di milioni di consumatori in tutto il mondo.

Considerata la portata del nostro business, le nostre dimensioni e la nostra presenza, abbiamo il dovere di prendere assolutamente sul serio le preoccupazioni e l'interesse espressi dai governi, dalla società e da tutto il pubblico in generale.

In questo contesto, siamo ben consapevoli della necessità di stabilire un dialogo proattivo, trasparente e costruttivo con i governi, con le comunità locali e con i nostri clienti.

Ed è quello che abbiamo fatto finora. A questo proposito vorrei illustrarvi brevemente le azioni e i piani che abbiamo messo in campo. Partiamo dalla sicurezza, ad esempio. Molte persone hanno espresso preoccupazione e interesse verso quest'area. Per Huawei, la sicurezza ha la massima priorità, è il principio fondante di tutto.

Nel 2011, questa idea che la sicurezza dovesse avere la massima priorità e diventare una linea guida di carattere generale è stata confermata con una delibera del Consiglio di Amministrazione. Su questa idea si è basata la lettera aperta pubblicata dal nostro fondatore e CEO, Mr. Ren, e indirizzata al mondo intero, a dimostrazione dell'impegno profuso da Huawei nell'ambito della sicurezza.

In seguito alla delibera, abbiamo intrapreso una serie di iniziative e adottato misure molto concrete sia all'interno che all'esterno dell'azienda. Ad esempio, all'interno, la protezione e la garanzia della sicurezza informatica sono state elaborate e implementate in tutte le nostre operazioni aziendali dalla governance aziendale, alla struttura organizzativa, all'innovazione tecnologica, fino alla gestione del personale e ai sistemi IT. Immagino che Sean Yang questa mattina vi abbia parlato di alcuni di questi punti.

All'esterno, nelle nostre relazioni con i clienti, le autorità di controllo e il pubblico in generale, abbiamo adottato negli ultimi dieci anni, se non di più, una strategia o un approccio ispirato alla massima trasparenza.

In altre parole, comprendiamo le preoccupazioni di clienti e autorità di controllo. Pertanto, siamo disponibili a intraprendere ulteriori iniziative o a fare uno sforzo in più rispetto ad altre aziende del settore.

Nell'ambito di questo impegno, abbiamo sottoposto l'hardware, il software e le soluzioni Huawei a una procedura di certificazione eseguita da terze parti indipendenti.

I risultati di queste certificazioni rivelano chiaramente che negli ultimi 30 anni Huawei e le apparecchiature Huawei hanno dimostrato massima affidabilità e correttezza all'interno del settore per quanto riguarda la sicurezza informatica.

I nostri dispositivi non sono stati mai interessati da seri incidenti di sicurezza informatica.

E, nonostante le più rigorose procedure di revisione e screening da parte di autorità di controllo e clienti, non sono mai state fornite prove delle minacce per la sicurezza poste dalle nostre apparecchiature.

In base a una relazione più recente presentata dal CFI, una società di revisione contabile indipendente, le apparecchiature Huawei dal punto di vista della stabilità e dell'affidabilità operativa hanno di gran lunga superato la media del settore negli ultimi 3 anni.

Al termine di questa sessione di domande, saremo lieti di mostrarvi questa relazione.

Siamo molto orgogliosi di aver ricevuto questo riconoscimento dai clienti e dai rappresentanti del settore.

Questo non significa che renderemo meno rigidi i requisiti che ci siamo imposti, perché siamo ben consapevoli che la tecnologia sta diventando sempre più complessa e le reti sempre più aperte. Tutto questo significa che i requisiti o le esigenze in materia di sicurezza diventeranno ancora più pressanti.

Ecco perché continueremo a incrementare i nostri investimenti nella sicurezza e nelle tecnologie correlate alla sicurezza.

In occasione dell'ultima riunione, il Consiglio di Amministrazione ha deciso di implementare un programma di trasformazione di livello aziendale per migliorare la nostra capacità di progettazione del software.

Nei prossimi cinque anni, la società investirà uno speciale budget iniziale di due miliardi di dollari per migliorare globalmente la capacità di progettazione del software e ottimizzare i propri prodotti per il futuro.

Riteniamo che grazie a questi interventi, riusciremo a mantenere la nostra posizione di leader di settore in materia di sicurezza informatica e a conservare intatta la nostra comprovata esperienza in quest'area.

Continueremo inoltre a migliorare il nostro impegno in termini di comunicazione, coinvolgimento e collaborazione con i governi di tutto il mondo. Faremo in modo che i governi conoscano i nostri precedenti in materia di sicurezza informatica e dialogheremo con loro per far sì che comprendano anche quali interventi e azioni abbiamo intrapreso in questo ambito.

Ad esempio, abbiamo reso accessibile a governi e clienti di tutto il mondo il laboratorio interno per la sicurezza informatica che avete visitato questa mattina. La visita e il dialogo permetteranno loro di capire il nostro punto di vista e quanto abbiamo realizzato finora. In futuro, ci impegneremo anche a "localizzare" alcuni di questi interventi.

Ad esempio, dieci anni fa abbiamo aperto un centro di valutazione della sicurezza informatica indipendente nel Regno Unito. Questo ha comportato la necessità di introdurre un efficace modello di collaborazione a lungo termine con le parti interessate nel Regno Unito. Continueremo a lavorare in questa direzione anche in futuro. In Canada abbiamo realizzato qualcosa di simile. Sono tutte iniziative che continueremo a portare avanti e a migliorare.

Allo stesso tempo, stiamo coinvolgendo e continueremo a coinvolgere i governi con interventi simili. Lo scorso mese mi trovavo a Bonn in occasione della cerimonia di apertura di un laboratorio per l'innovazione nella sicurezza. Il laboratorio è essenzialmente una piattaforma aperta che consente al governo tedesco, così come ai nostri clienti in Germania, di condurre test di sicurezza sui prodotti Huawei. Il risultato è stato che abbiamo ricevuto il riconoscimento da parte del governo tedesco.

Il passaggio successivo sarà il lancio del centro per la trasparenza della sicurezza a Bruxelles nel primo trimestre del prossimo anno. Anche questa iniziativa fa parte del nostro programma a più lungo termine. Inoltre, realizzeremo e introdurremo meccanismi simili di gestione della sicurezza, aperti e trasparenti, in altre parti del mondo, in base alle necessità.

Volendo riassumere, quello della sicurezza è un tema che affrontiamo con grande serietà e attenzione. Abbiamo messo in atto numerose iniziative in quest'area e continueremo a farlo, dialogando e confrontandoci con i governi di tutto il mondo.

A proposito delle preoccupazioni manifestate dai governi nei confronti di Huawei, credo che ci sia ancora un altro aspetto da considerare.

Huawei è una società nata in Cina, non come società pubblica. Questo non significa che non possiamo raggiungere lo stesso livello di trasparenza. Abbiamo messo in atto numerose iniziative e misure anche in quest'area.

Sin dall'inizio, abbiamo annunciato il nostro assetto proprietario in modo che tutti sapessero che Huawei è una società privata, di proprietà dei suoi dipendenti.

Ogni anno ci sottoponiamo ai più rigorosi processi di controllo prima di comunicare il nostro resoconto annuale, in modo che tutte le parti interessate riconoscano l'autenticità, l'integrità e l'indipendenza delle nostre operazioni di business.

Allo stesso tempo, in considerazione delle specifiche preoccupazioni espresse, abbiamo costantemente dialogato con i governi di tutto il mondo per dimostrare l'indipendenza delle nostre operazioni. Ne è prova il fatto che non abbiamo mai accettato le richieste da parte di alcun governo di danneggiare il business o le reti dei nostri clienti o di altri paesi. Come dicevo prima, il modo migliore per dissipare qualsiasi dubbio è lasciar parlare i fatti. La realtà è che negli ultimi trent'anni non si sono mai verificati incidenti gravi per la sicurezza informatica, mai una minaccia per la sicurezza informatica, né sono state fornite prove che dimostrino che Huawei stia danneggiando la sicurezza informatica. Continueremo con la nostra strategia di comunicazione proattiva e di collaborazione aperta in modo che sempre più persone possano vedere e riconoscere il nostro impegno.

Yang Yuan, Financial Times: Ho una domanda a proposito dell'arresto della signora Meng in Canada. La Reuters ha riferito che Skycom, società sussidiaria di Huawei, stava vendendo tecnologie di società americane ai clienti iraniani. Inoltre, abbiamo saputo che la signora Meng era direttore di Skycom e i dipendenti di Skycom si sono descritti come dipendenti di Huawei. Può chiarirci la relazione con Skycom e le attività di Skycom in Iran?

Ken Hu: So che avete tutti gli occhi puntati su quanto è accaduto recentemente. Ma poiché, come saprete, la questione è ora oggetto di un processo giudiziario, non sono autorizzato a fornirvi informazioni in questo preciso momento. Ma ci sono due aspetti che vorrei condividere con voi.

Innanzitutto, vorrei che fosse chiaro che riponiamo la massima fiducia nel nostro sistema di gestione della conformità commerciale. Abbiamo iniziato a svilupparci nel 2007, con sedi in tutto il mondo, un portafoglio di prodotti completo e l'intera forza lavoro Huawei già operativa. A nostro avviso, un sistema di gestione della conformità commerciale così ben avviato costituisce una garanzia fondamentale per un business da 100 miliardi di dollari come il nostro. Siamo certi di poter offrire operazioni regolari, efficienti e sicure per il nostro business e di poter rassicurare i nostri clienti in tutto il mondo.

In secondo luogo, siamo fiduciosi nella correttezza e indipendenza dei sistemi giudiziari dei paesi coinvolti in questo caso specifico. Aspettiamo con impazienza una giusta conclusione per questa faccenda.

Eamon Barrett, Fortune: Uno dei problemi che diversi governi hanno sollevato a proposito di Huawei e della potenziale minaccia per la sicurezza è la legge sull'intelligence nazionale approvata lo scorso anno, che forzerebbe tutte le società e i settori a collaborare con i servizi nazionali di intelligence della Cina. Ora, è sicuramente corretto dire che il nostro governo non ha mai chiesto a Huawei di infiltrarsi in una rete o di spiarla; ma se il governo cinese glielo chiedesse, su quali basi giuridiche Huawei dovrebbe respingere una richiesta di questo tipo?

Ken Hu: Innanzitutto, il 10 dicembre, il portavoce del Ministro degli Affari Esteri della Cina in una conferenza stampa ha chiarito formalmente che nessuna legge in Cina richiede alle società di installare dei backdoor obbligatori.

Naturalmente, proprio come Stati Uniti e Australia, anche la Cina ha stabilito determinati requisiti legali per combattere il terrorismo o soddisfare gli obiettivi di sicurezza informatica. Inoltre, la Cina sottolinea in particolare che tutte le istituzioni o le agenzie governative devono applicare la legge in base alla legge. A questo proposito esistono definizioni molto chiare.

L'approccio adottato da Huawei è stato quello di affrontare questi problemi in piena conformità con la legge. In passato, non abbiamo mai ricevuto la richiesta di fornire informazioni non autorizzate. In futuro, quando si tratterà di gestire situazioni simili procederemo in piena conformità con la legge. Questo significa che seguiremo le condizioni precise dettate dalla legge a proposito dei termini di riferimento per le agenzie interessate.

Gao Yuan, Bloomberg: Abbiamo saputo che Huawei ha nominato un CFO pro tempore dopo il "caso Sabrina". La mia domanda è: considerando quanto accaduto, Sabrina può continuare a svolgere le sue funzioni di CFO aziendale e quali saranno le implicazioni e l'impatto effettivi di questo caso sulle operazioni di Huawei? Alcuni dipendenti internazionali di Huawei hanno infatti espresso il timore che se non ci sarà una guida finanziaria di questa natura, il loro business subirà dei contraccolpi, ad esempio per l'approvvigionamento.

Ken Hu: Al momento, il caso in Canada non ha avuto ripercussioni sulle nostre operazioni aziendali. Le operazioni a livello di società e sotto il profilo finanziario sono regolari come sempre.

Ryan Mcmorrow, AFP: Dopo l'arresto della signora Meng in Canada, il governo cinese ha arrestato due canadesi per problemi di sicurezza nazionale. Il governo cinese ha dichiarato che non sarebbe stato un atto di ritorsione, tuttavia la maggior parte degli esperti indipendenti ora afferma che di questo si è trattato. Cosa pensa Huawei dell'arresto di queste due persone?

Ken Hu: Non ho commenti da rilasciare.

Eunice Yoon, CNBC: Pensa che Huawei instaurerà dei rapporti commerciali significativi con gli Stati Uniti? In prospettiva futura, la società considera prioritario questo aspetto?

Ken Hu: Certo gli Stati Uniti rappresentano uno dei mercati delle comunicazioni più esteso al mondo, pertanto sarebbe assurdo dichiarare di non avere un interesse verso questo paese. Tuttavia, la realtà dei fatti di oggi rende davvero difficile per Huawei pensare a una crescita di questo business, per i motivi che credo tutti voi conosciate.

Direi che i nostri affari con gli Stati Uniti al momento sono piuttosto limitati. Naturalmente, abbiamo ancora clienti negli Stati Uniti e continuiamo a seguire il nostro principio di business basato sulla centralità del cliente. Facciamo del nostro meglio per fornire loro i servizi migliori possibili e sappiamo che sono molto soddisfatti.

D'altra parte però abbiamo anche notato che gli Stati Uniti stanno attraversando un momento di crescita per quanto riguarda il mercato delle infrastrutture digitali.

Poiché Huawei non può entrare nel mercato statunitense, riteniamo che questo a breve non sarà assolutamente all'altezza della concorrenza.

Secondo alcuni economisti, se dal 2017 al 2020, ovvero un periodo decisivo per lo sviluppo del 5G, Huawei potesse partecipare alla competizione di mercato, si risparmierebbero 20 miliardi di dollari di spesa in conto capitale per l'infrastruttura wireless.

Allo stesso tempo, poiché Huawei non può partecipare, l'indice HHI - che descrive la concentrazione di mercato in determinate aree geografiche degli Stati Uniti - ha raggiunto un valore pari a 2.500, ovvero molto più alto di altri mercati nel mondo, che in genere si attestano su un valore di circa 1.000.

Poiché i fornitori e le tecnologie migliori non possono entrare nel mercato, credo che dal punto di vista dei costi di distribuzione l'indice sarà notevolmente più alto. Questo comporterà anche un significativo ritardo sui tempi di commercializzazione delle nuove tecnologie.

Inoltre, il settore delle infrastrutture digitali sarà fortemente dipendente dalla supply chain globale. In altre parole, le apparecchiature di qualsiasi società del nostro settore si basano sulla supply chain globale per lo sviluppo e la produzione.

Per quanto riguarda la distribuzione, nella maggior parte dei casi possiamo affermare che l'infrastruttura digitale si trasformerà presto in un ambiente dominato da una pluralità di fornitori. Questo comporterà la necessità di stabilire collaborazioni e partnership con i vari soggetti del settore.

Da questo punto di vista, proibire l'accesso di una determinata società alla competizione di mercato non può essere in alcun modo la soluzione ai problemi di sicurezza informatica. È nostra opinione che alla fine i mercati statunitensi avranno bisogno di tecnologie e società migliori per poter competere sui mercati. Non sappiamo quando arriverà quel giorno. Ma sappiamo aspettare.

Raymond Zhong, New York Times: All'inizio di quest'anno, la ZTE ha quasi rischiato il fallimento in seguito al divieto imposto dagli Stati Uniti di utilizzare la tecnologia americana. Ovviamente, Huawei non si trova in questa posizione. Ma sarebbe interessante sapere quale potrebbe essere l'impatto se Huawei si trovasse un giorno in questa stessa situazione e se la società sta prendendo provvedimenti per proteggere la propria supply chain dalla dipendenza dagli Stati Uniti.

Ken Hu: Preferisco non rilasciare commenti su eventi che non si sono verificati, ma sono felice di illustrarvi quali iniziative e interventi abbiamo messo in atto per proteggere la supply chain e la gestione della continuità operativa.

Sappiamo bene che il settore TIC dipende fortemente da una supply chain globale. E Huawei non fa eccezione.

Oggi la nostra supply chain include 13.000 fornitori. Si tratta di società di Giappone, Stati Uniti, Europa, Cina e molti altri paesi di queste aree. Se consideriamo quest'anno, ad esempio, la nostra spesa annuale per gli appalti sarà di 70 miliardi di dollari.

Da questo punto di vista, le innovazioni tecnologiche di Huawei sono, da una parte, il risultato del nostro impegno, d'altra anche della stretta collaborazione con 13.000 partner della nostra catena di valore globale.

Siamo anche consapevoli che quanto più globalizzata è la natura della supply chain, tanto maggiore sarà la sua vulnerabilità. Quasi 10 anni fa, abbiamo iniziato a sviluppare un sistema di gestione della continuità operativa completo ed efficace.

Questo sistema copre diversi aspetti del nostro business: ricerca e sviluppo, approvvigionamento, produzione, logistica e anche i servizi. Negli ultimi 10 anni, dopo aver messo a punto questo sistema, siamo riusciti a gestire con successo numerose situazioni di emergenza,

ad esempio disastri naturali come lo tsunami in Giappone, l'inondazione in Tailandia, il terremoto in Nepal e anche gli attacchi ransomware. Per garantire la continuità della supply chain, dobbiamo anche riflettere attentamente su come organizzare la nostra strategia di approvvigionamento, così come le strategie per garantire il funzionamento delle nostre apparecchiature.

Prendiamo la nostra strategia della supply chain, ad esempio. Abbiamo optato per una strategia diversificata, vale a dire basata su più fornitori. Per le soluzioni tecnologiche, prendiamo in considerazione più opzioni, ma abbiamo anche reti di approvvigionamento ubicate in più sedi. Allo stesso tempo, poiché lavoriamo insieme ad altre centinaia di operatori delle telecomunicazioni nel mondo e offriamo i nostri servizi a un numero significativo di clienti aziendali, abbiamo considerato anche il supporto necessario per l'intero ciclo di vita e abbiamo dunque creato una nostra riserva di componenti e pezzi di ricambio per garantire supporto per tutta la durata dei nostri prodotti.

Queste sono solo alcune delle iniziative e misure adottate a garanzia della nostra continuità operativa. Allo stesso tempo, riteniamo che sia importante anche la continuità della catena del settore TIC, un aspetto che tutto il settore e l'intera comunità internazionale devono considerare attentamente.

Come ho già detto prima, abbiamo 13.000 fornitori. Il nostro volume di appalti quest'anno è di 70 miliardi di dollari. Se osserviamo l'intera filiera industriale, le società o i paesi coinvolti, ci rendiamo conto che sono tutti interdipendenti.

Un ostacolo, un problema imprevisto in uno qualsiasi degli anelli di questa catena globale produrrebbe un impatto enorme sul funzionamento della catena stessa e persino sullo sviluppo economico dei paesi coinvolti.

In una visione più ampia, è chiaro che per garantire la continuità di questa catena di valore TIC globale è necessaria una solida collaborazione tra società nel complesso, paesi coinvolti e settore in generale.

Steven Jiang, CNN: Vorrei approfondire rapidamente due questioni che probabilmente sono state già affrontate poco fa. La prima: so che non può commentare il caso della signora Meng perché oggetto di indagine giudiziaria, ma cosa può dirci a proposito dell'impatto che ha avuto? Qual è stato l'impatto per lei e l'alta dirigenza aziendale? Ad esempio, state limitando o modificando le rotte dei vostri viaggi o evitando determinati paesi? Il caso ha avuto conseguenze sul morale dei dipendenti Huawei?

Il secondo punto è: quali potrebbero essere le prossime mosse degli Stati Uniti? Alcuni governi o operatori negli Stati Uniti e nei paesi alleati come la Francia, il Regno Unito o persino il Giappone, hanno deciso di vietare l'uso delle apparecchiature Huawei nelle loro reti 5G principali. Questo trend la preoccupa? Pensa che si tratti di un problema geopolitico indipendente dalle dichiarazioni o dalle iniziative di Huawei?

Ken Hu: Rispondo alla sua prima domanda. Non abbiamo modificato i nostri programmi di viaggio. Ieri, a quest'ora ero ancora su un aereo.

Per quanto riguarda la seconda domanda, sugli ultimi sviluppi per il 5G nei diversi paesi... Sono tornato dall'Europa proprio ieri e con piacere condividerò con voi alcune delle osservazioni che ho fatto.

Ma prima avrei una piccola precisazione da fare a proposito di quanto da lei dichiarato. In Francia e in Giappone non è stata comunicata in via ufficiale la decisione di vietare le apparecchiature a marchio Huawei per le infrastrutture 5G. Piuttosto, si sta verificando in questi giorni che sempre più governi e operatori in un numero crescente di paesi stiano discutendo attivamente con Huawei a proposito della tecnologia 5G.

Come ho accennato all'inizio del nostro incontro, Huawei si è assicurata 25 contratti commerciali per il 5G. È un volume di affari superiore a quello di qualsiasi concorrente del settore. Allo stesso tempo, ci troviamo in una posizione di sicuro vantaggio sul 5G, indipendentemente dalla leadership o dalla maturità delle nostre tecnologie.

Avete visitato alcuni dei nostri laboratori questa mattina e immagino abbiate potuto notare le tecnologie all'avanguardia che usiamo.

Nel nostro settore, Huawei è l'unica azienda a vantarle. È proprio grazie a queste tecnologie che siamo riusciti a costruirci la posizione di forte leadership per il mercato 5G di cui siamo orgogliosi oggi. Abbiamo partecipato a decine di test pre-commerciali sul 5G. Dai risultati di questi test, è emerso che Huawei è almeno da 12 a 18 mesi avanti dal punto di vista della maturità tecnica rispetto alle altre aziende concorrenti del settore.

La leadership di Huawei è stata riconosciuta pubblicamente dai nostri clienti. Ad esempio, lo scorso mese durante il Mobile Broadband Forum tenutosi a Londra, il Chief Architect di British Telecom ha commentato pubblicamente che Huawei è l'unico vero fornitore di tecnologia 5G al momento e che le altre aziende dovranno recuperare il gap.

Questo importante riconoscimento ottenuto da clienti e governi è da attribuirsi innanzitutto alla nostra leadership tecnologica per il 5G.

Questi governi e questi clienti ritengono che affidarsi al migliore fornitore per l'implementazione delle reti 5G avrebbe sostanzialmente l'effetto di ridurre i tempi di commercializzazione della nuova tecnologia. Prendiamo il caso di LG U+ in Corea. L'azienda ha già lanciato i suoi servizi 5G dopo l'implementazione delle reti 5G con apparecchiature a marchio Huawei.

Questo potrebbe permettere la realizzazione di una struttura dai costi più competitivi e l'erogazione di servizi molto attraenti per i clienti. Allo stesso tempo, stiamo riscontrando una preoccupazione di varia natura da parte di diversi paesi sul 5G. Nella maggior parte dei casi, penso che si tratti di apprensioni legittime basate sulla tecnologia. A nostro avviso, sono preoccupazioni che potrebbero essere tranquillamente risolte e mitigate collaborando con gli operatori delle telecomunicazioni e stabilendo un impegno comune e un dialogo costruttivo con i governi. Naturalmente, esistono anche casi rari in cui i paesi assumono quello che noi definiamo un "approccio innaturale".

Trasformano questa preoccupazione per la sicurezza della tecnologia 5G, un problema strettamente legato alla tecnologia e al settore in generale, in speculazioni infondate per colpire società specifiche. In questo modo, anziché concentrarsi su come migliorare e proteggere la tecnologia stessa, si finisce col fare speculazioni che mirano a colpire determinate società per motivi ideologici o geopolitici.

In casi molto rari, determinati paesi, quando si è trattato di scegliere la tecnologia 5G, hanno adottato un approccio irresponsabile, assolutamente non basato sui fatti, bloccando l'accesso al mercato di alcune società.

Pensiamo che decisioni come questa dovrebbero essere frutto di una riflessione molto seria e professionale. Devono esserci evidenze o prove che le supportino. Se non c'è alcuna evidenza, ritengo che risoluzioni di questa natura non supereranno la prova del tempo. Pensiamo che dibattiti sulla sicurezza del 5G debbano tornare a essere dibattiti sulla tecnologia e basarsi su una valutazione obiettiva delle società.

Pensiamo che la sicurezza sia innanzitutto una questione di natura tecnologica. Un aspetto alla cui soluzione dovrebbero lavorare congiuntamente tutti gli addetti ai lavori del settore. Non dovrebbe colpire specifiche società se non vi sono fondati motivi.

I problemi legati alla sicurezza possono essere affrontati solo intavolando discussioni tecniche e coinvolgendo tutte le parti interessate. A proposito della tecnologia 5G, crediamo che qualsiasi decisione politica dovrebbe essere presa in modo serio e professionale ma, soprattutto, dovrebbe basarsi su prove ed evidenze.

Se queste sono disponibili, dovrebbero essere rese pubbliche, magari non al pubblico generale, non a Huawei. Ma dovrebbero essere almeno note agli operatori delle telecomunicazioni, visto che saranno proprio loro ad acquistare da Huawei.

Pensiamo che per il nostro settore e per la società in generale, le sfide per la sicurezza saranno un problema reale ancora per molto tempo e che sarà possibile affrontarle e mitigarle solo grazie a un dibattito e a una collaborazione priva di qualsiasi pregiudizio. Huawei è pronta a dare il suo contributo in questo processo.

Isolare una società in particolare, soprattutto se si tratta di una società leader, non è un modo efficace per dissipare le preoccupazioni in materia di sicurezza informatica. Allo stesso tempo, comporta un aumento dei costi di implementazione delle reti e una ritardo nell'adozione delle nuove tecnologie. E alla fine saranno i consumatori a pagare i costi più pesanti di queste scelte.

Prendiamo ad esempio l'Australia, visto che possiamo ragionare su dati precisi. Senza la partecipazione di Huawei, il costo per l'installazione delle stazioni base wireless in Australia avrebbe costi maggiori dal 15% al 40%. E il costo per la realizzazione dell'intera rete sarebbe più alto di diversi miliardi di dollari australiani. E, ancora peggio, ci sarebbe un ritardo nei tempi di adozione e uso della tecnologia 5G.

Shunsuke Tabeta, Nikkei: Ha parlato del Security Transparency Center come di un'iniziativa imminente in Europa. Avete messo in atto misure simili anche in Giappone, in Asia o in Australia per la sicurezza?

Ken Hu: Per affrontare e mitigare le preoccupazioni esistenti in materia di sicurezza siamo intenzionati a prendere misure concrete. Questo è il nostro principio. Per rimanere fedeli a questo principio, siamo aperti a un dialogo proattivo con i governi di tutto il mondo, per comprendere le loro preoccupazioni ed esplorare tutte le soluzioni possibili.

Abbiamo già avuto numerosi casi di successo in paesi come il Regno Unito, il Canada, la Germania e la Francia. E l'area APEC non fa assolutamente eccezione. Abbiamo anche comunicato attivamente con le autorità di controllo di questi paesi. Analizzeremo le loro esigenze e richieste e individueremo le soluzioni giuste per soddisfare questi requisiti recenti.

Joe McDonald, AP: Alcune persone insinuano che governi come gli Stati Uniti che accusano Huawei di mettere a rischio la sicurezza, in realtà non siano interessati alla sicurezza ma ai proprio interessi commerciali e stiano provando a bloccare l'ascesa di Huawei come diretta concorrente delle società tecnologiche americane. Vorrei innanzitutto chiederle se è d'accordo su questo punto. Secondo lei i governi stanno creando questo caso per contrastare la concorrenza di Huawei?

Poi, vorrei sapere se ritiene che tutto questa situazione possa danneggiare il business di Huawei.

Come ci si sente a essere etichettati come un rischio per la sicurezza?

Si auspica di vedere dei cambiamenti nei rapporti commerciali tra Cina e Stati Uniti o tra Cina e altri paesi?

Ken Hu: Analizziamo innanzitutto l'accusa rivolta a Huawei di mettere a rischio la sicurezza. È nostra opinione che qualsiasi conclusione o speculazione dovrebbe basarsi su un'evidenza concreta,

su una prova che dimostri che le soluzioni o le apparecchiature Huawei non sono sicure.

Negli ultimi 30 anni, centinaia di operatori delle telecomunicazioni hanno usato le apparecchiature Huawei e non si sono mai verificati incidenti gravi per la sicurezza informatica. Inoltre, il numero di apparecchiature Huawei utilizzate negli Stati Uniti è stato quasi pari a zero. Dove sarebbe dunque l'evidenza dei rischi per la sicurezza posti da Huawei?

In altri casi sono stati denunciati problemi relativi al comportamento tenuto da Huawei, ma anche qui la nostra storia racconta altro. Negli ultimi 30 anni siamo diventati una società da 100 miliardi di dollari con un business che interessa ben 170 paesi. Non esiste evidenza di problemi legati al comportamento dell'azienda.

La domanda che vorrei porre è la seguente: Huawei è una società con 100 miliardi di dollari di fatturato, i cui prodotti sono venduti in 170 paesi, che ha fornito prodotti leader di settore alla maggior parte degli operatori delle telecomunicazioni in tutto il mondo, che serve centinaia di società incluse nella lista Fortune 500, oltre a centinaia di milioni di consumatori in tutto il mondo. Vi sembra normale accusare Huawei di essere una minaccia per la sicurezza informatica senza alcuna prova? Su quali basi?

Ha accennato anche alla questione della concorrenza.

Osservando i progressi fatti dalla società dal punto di vista della tecnologia e dell'innovazione, notiamo che un impulso importante è stato dato da una concorrenza positiva tra i settori e tra le diverse società.

In assenza di concorrenza, i consumatori non possono accedere a tecnologie migliori in periodi di tempo più brevi.

Inoltre, pensiamo che il confronto con aziende concorrenti sia l'unico modo per acquisire una posizione di leadership.

Allontanare i concorrenti dal campo non serve a migliorare il proprio prestigio.

Qualsiasi preoccupazione, accusa o sospetto in materia di sicurezza nei confronti di Huawei dovrebbe basarsi su un'evidenza fattuale. In mancanza di prove, non accettiamo queste accuse, anzi le contrastiamo.

Per la tecnologia 5G che verrà a breve implementata, Huawei detiene la leadership più forte.

Le società leader devono essere rispettate e incoraggiate perché pongono le basi per una concorrenza positiva e favoriscono il sano sviluppo del settore. E alla fine il vantaggio sarà per l'intera società.

Dan Strumpf, Wall Street Journal: Come saprà, la maggior parte delle misure messe in atto nei confronti di Huawei lo scorso anno in molti paesi occidentali alleati di tutto il mondo sono state guidate dagli Stati Uniti e dagli apparati di sicurezza statunitensi; come ben documentato, è stata una vera e propria azione coordinata. Sono passati 6 anni dalla prima accusa mossa dal governo americano nei confronti di Huawei per motivi di sicurezza. Dopo 6 anni, la società si trova ancora una volta nella condizione di doversi difendere dalle stesse accuse. Mi chiedo solo se lei ritiene, se Huawei ritiene, che in questi 6 anni si sarebbe potuto agire diversamente, ad esempio comunicando la propria posizione prima di tutto agli Stati Uniti e poi ai governi che ne hanno preso le distanze, in particolare quei governi che in passato hanno sempre visto di buon grado l'azienda ma che, quando si è trattato di tecnologia 5G, hanno scelto di non accettare più le sue apparecchiature. Grazie.

Ken Hu: Negli ultimi due anni, Huawei ha portato avanti diverse iniziative per stabilire un dialogo attivo con i governi. Oltre alla comunicazione, abbiamo lavorato a meccanismi di cooperazione sulla sicurezza con molti governi nazionali, inclusi i governi di Regno Unito, Canada, Germania e Francia. Apprezziamo molto l'approccio aperto e pragmatico assunto dai vari governi in queste occasioni. E i risultati ottenuti hanno incoraggiato Huawei a fare ancora di più in queste aree. Questa è la strategia e l'approccio che Huawei continuerà a seguire anche in futuro.

Allo stesso tempo, come ho già detto all'inizio, la nostra crescita continua ci impone la responsabilità di comunicare e collaborare proattivamente con i governi di tutto il mondo. È ovvio che le grandi società attirino attenzione e preoccupazioni maggiori. Ma noi sapremo accompagnare la nostra crescita con un atteggiamento di apertura e trasparenza e continueremo a comunicare con tutte le parti interessate per risolvere e mitigare qualsiasi preoccupazione.

Tony Chan, Commsday: Avrei un paio di domande in merito all'Australia. Vorrei chiederle chiarimenti sui numeri da lei citati a proposito dei costi di implementazione delle stazioni di base e della rete wireless senza il supporto Huawei. Questi numeri sono il risultato di uno studio condotto da Huawei o di una ricerca di terze parti? E la seconda cosa è: ovviamente Huawei continua a confrontarsi con il governo australiano in merito alla recente decisione politica di proibire a Huawei di presentare offerte per il 5G. Vorrei sapere se la società ha ricevuto indicazioni dettagliate. Ad esempio, esistono misure che Huawei può prendere per essere giudicata idonea? Oppure si tratta di un divieto assoluto, senza dettagli tecnici particolari?

Ken Hu: Per quanto riguarda la prima domanda, i numeri che vi ho dato sono quelli contenuti in un report di terze parti, in particolare la Frontier Economics. Il titolo del report è "The Value of Competition on 5G Network Deployment". Se vi interessa, possiamo mostrarvelo.

Passando invece alla seconda domanda, è un peccato che il governo australiano non ci abbia fornito un messaggio chiaro, in cui spiegasse esattamente quale fosse il problema e quali prove abbia usato per arrivare a una conclusione. Purtroppo non abbiamo avuto l'opportunità di chiarire questo dubbio con il governo australiano.

Clay Chandler, Fortune: Facendo seguito alla domanda di Dan, ci ha mostrato questo meraviglioso centro di test e valutazione, descrivendoci i processi che state implementando per paesi come il Regno Unito. Ritiene che negli Stati Uniti e in Australia, per fare un esempio, avrebbe senso fare investimenti simili per creare centri che mostrino alle persone in che modo queste tecnologie possano essere verificate e per esibire i vostri dati sulla sicurezza in un modo concreto in mercati che sono particolarmente problematici?

Ken Hu: Perché no? Abbiamo costruito un centro per la sicurezza informatica nel Regno Unito, dedicato ai problemi di quell'area specifica. Ne abbiamo realizzato un altro simile in Canada per rispondere alle esigenze di quel mercato in particolare. In Germania esiste un nuovo centro per la sicurezza che serve il mercato tedesco. Come dicevo prima, dovremmo poter comunicare con i vari governi per comprendere appieno le loro preoccupazioni. E anche per attuare azioni concordate attraverso le quali risolvere e mitigare tutte le tensioni,

tutti i dubbi in merito alla sicurezza, laddove si desidera veramente affrontare tali questioni. Sono certo che riusciremo a trovare la soluzione giusta.

Ma i risultati non possono che essere diversi se i problemi di sicurezza vengono sollevati come pretesto per inibire la presenza sui mercati alle società di successo, senza voler realmente affrontare le questioni sul tavolo. Prendiamo il 5G, ad esempio. Se i dubbi sulla sicurezza sono solo una scusa per bloccare la competizione sui mercati, i risultati saranno una più lenta adozione della nuova tecnologia, costi di implementazione delle reti molto più alti e consumatori non più in grado di accedere alla tecnologia e ai servizi migliori in tempo utile. E inoltre il costo di questi servizi sarà molto più alto.

Dal punto di vista della sicurezza, questo approccio non aiuterebbe ad affrontare e risolvere realmente le preoccupazioni sulla sicurezza informatica, dato che la catena di valore TIC è globale per natura. Se si sospetta, ad esempio, che le apparecchiature Huawei vengano create in Cina, basta osservare tutte le società della catena di valore TIC, per capire quanto sia difficile trovare anche solo una società in grado di dire che nessuno dei suoi prodotti o componenti è stato prodotto in Cina.

Vorremmo esortare tutte le parti coinvolte a mettere da parte queste considerazioni ideologiche o geopolitiche e riportare la discussione sul tema della sicurezza e della tecnologia. Inviterei inoltre queste stesse parti a riunirsi per identificare i rischi reali e trovare le soluzioni migliori.

Sijia Jiang, Reuters: Vorrei chiederle ulteriori dettagli a proposito del progetto di ristrutturazione della sicurezza da due miliardi di dollari. Potrebbe fornirci altre informazioni su come esattamente è arrivato a questa cifra? Come spenderà questi soldi, in quale mercato e perché proprio adesso? Ha deciso di affrontare alcuni dei dubbi sollevati dal Regno Unito in risposta al report di luglio del CSEC? Ma alcuni dei problemi in realtà erano stati sollevati già nel 2015. Perché prendere delle iniziative richiede tutto questo tempo e perché avete scelto di farlo proprio adesso?

Ken Hu: Il programma di cinque anni da due miliardi di dollari per il miglioramento della progettazione del software è parte integrante del processo di trasformazione IPD di Huawei. Quest'anno la società ha deciso di avviare quello che chiamiamo il programma IPD 2.0. IPD è l'acronimo di "Integrated Product Development" ovvero "sviluppo integrato dei prodotti". Il programma di miglioramento della progettazione del software rientra nel quadro di uno sforzo globale.

Più di 10 anni fa, abbiamo dato avvio a questo processo di trasformazione introducendo lo sviluppo integrato dei prodotti per la tecnologia e l'innovazione, quello che chiamiamo IPD 1.0. Grazie al nostro impegno negli ultimi 10 anni, o forse anche di più, e al supporto di questi processi ristrutturati, siamo in grado di offrire prodotti affidabili, di alta qualità e innovativi.

Successivamente, abbiamo lanciato il programma IPD 2.0 fondato su una nuova visione della futura evoluzione tecnologica, dei futuri ambienti di rete e di quello che i clienti e la società si aspettano dalla tecnologia in senso generale. Da un punto di vista tecnico, come abbiamo detto, il panorama tecnico futuro diventerà più complicato. L'ambiente di rete futuro sarà ancora più aperto e collegherà non solo le persone ma anche le cose. Da un punto di vista sociale, la tecnologia digitale diventerà sempre più importante e rappresenterà una parte integrante della vita delle persone, con conseguenze sulla loro vita sia personale che professionale. Naturalmente, tutto questo implica che le persone si aspetteranno che il progresso tecnologico sia garanzia non solo di leadership tecnica e di qualità, ma anche di sicurezza, che diventerà un requisito di base.

Prevediamo in un futuro non troppo lontano che l'attendibilità e la sicurezza della tecnologia diventeranno i requisiti di base più importanti per qualsiasi tecnologia.

Questo è come immaginiamo il futuro. Partiremo da lì per procederemo a ritroso. L'attendibilità di una tecnologia o di un prodotto non può basarsi esclusivamente sulle attività di test condotte solo alla fine dei processi di sviluppo. Occorre porre le basi fin dalla fase di progettazione. Come si dice spesso, per realizzare un buon prodotto non basta sottoporlo a test, bisogna saperlo progettare e sviluppare.

Analogamente, pensiamo che per avere prodotti affidabili e sicuri in futuro bisognerà partire proprio dalla progettazione. Per procedere alla trasformazione IPD 2.0, lavoreremo all'affidabilità e alla sicurezza dei prodotti come nostro obiettivo primario. Allo stesso tempo, pensiamo che il software diventerà sempre più importante per i prodotti futuri. Pertanto, gli ingegneri software avranno un ruolo più importante nel garantire l'affidabilità e la sicurezza dei prodotti futuri.

Ha ragione a proposito del report di luglio elaborato dall'Oversight Board del Regno Unito. Se da un lato ha riconosciuto i risultati in termini di sicurezza ottenuti con i prodotti Huawei, dall'altro ci ha anche ricordato che Huawei deve migliorare le sue capacità e pratiche di progettazione del software.

Il governo inglese ha avuto un atteggiamento di apertura e supporto che noi abbiamo apprezzato molto. Abbiamo pertanto deciso di integrare la capacità di progettazione del software come componente fondamentale della trasformazione IPD 2.0 generale. La cifra [due miliardi di dollari] da noi stimata si basa su valutazioni relative alla nostra combinazione di tecnologie, nonché su nostre stime dei costi interne.

Negli scorsi mesi, abbiamo considerato il miglioramento della progettazione del software come parte integrante della trasformazione IPD 2.0 generale. Ora stiamo lavorando ai piani di implementazione per il futuro. Riponiamo grande fiducia in questa trasformazione.

Huawei è una grande società. Prendere una decisione, soprattutto se di vasta portata, non è semplice. Ma ogni decisione presa non è mai stata un fallimento. Per noi è importante raggiungere i risultati che ci siamo prefissi. Ma soprattutto riteniamo che questa trasformazione e tutti gli interventi di miglioramento attuati siano importanti per poter guardare con ottimismo a un futuro più a lungo termine e per conservare la fiducia di governi, clienti e partner verso il mondo Huawei.

Sijia Jiang, Reuters: Sa dirci se Huawei recluterà nuovo personale o se aprirà nuovi laboratori?

Ken Hu: Questo investimento coprirà molte aree, inclusa l'organizzazione e le persone. Ad esempio, assumeremo nuovi dipendenti, soprattutto persone di talento che si occuperanno di sicurezza del software. Inoltre, miglioreremo le apparecchiature dei nostri laboratori. Riesamineremo e ottimizzeremo i nostri processi. Allo stesso tempo, nell'ambito di questo impegno, dovremo anche modificare la mentalità di decine di migliaia di ingegneri addetti alla ricerca e allo sviluppo, per fare in modo che capiscano che la sicurezza e l'affidabilità fanno parte dell'importante impegno da noi assunto nei confronti dei clienti.

Edwin Chan, Bloomberg: Credo che il mio collega le abbia già posto questa domanda, ma le chiederò di essere più dettagliato. Sappiamo tutti che molti operatori stanno considerando o hanno già deciso di smantellare le apparecchiature Huawei o di tenersi alla larga dalle apparecchiature Huawei per il 5G. A questo proposito, Huawei è sempre fiduciosa nella possibilità di riuscire a mantenere il suo tasso di crescita? Lei ha dichiarato che il fatturato aziendale supererà i 100 miliardi di dollari quest'anno. Ma considerando gli scenari che ho appena descritto, pensa che l'azienda potrà ancora mantenere il tasso di crescita attuale? Inoltre, su un piano più filosofico, penso che sarà d'accordo che Huawei sta attraversando un momento molto critico della sua storia. Siete sul punto di diventare una potenza del 5G. Ma è successo tutto questo. Mi pare di capire che si tratti in qualche modo di un problema di ordine tecnico. Molti sostengono anche che Huawei sia già tecnologicamente superiore nel 5G. Ma io credo che il problema sia principalmente di carattere motivazionale o legato alla vostra indipendenza. Come risponde?

Ken Hu: Non condividiamo il quadro pessimistico che ha appena descritto. Nessun operatore ha mai dichiarato di volere smantellare le apparecchiature Huawei o di volersi tenere alla larga da Huawei. Al contrario, delle centinaia di operatori con cui collaboriamo nel mondo, quasi tutti dicono di voler lavorare con Huawei, di voler usare le apparecchiature Huawei per le loro reti 5G, perché sanno che siamo i migliori. Solo adottando le apparecchiature migliori possono creare le loro reti 5G in tempi più rapidi e a costi più competitivi.

È una vera e propria gara. Ci sono diversi avversari sul campo e al momento siamo i primi. Io credo che gli avversari nelle posizioni migliori abbiano tutti i motivi per guardare al futuro con fiducia. E noi siamo fiduciosi che arriveremo primi.

Ha parlato anche di indipendenza. Credo che per essere convincenti dovremo lasciar parlare i fatti. Negli ultimi 30 anni, abbiamo fornito servizi al settore delle telecomunicazioni e i nostri precedenti in qualsiasi ambito hanno dimostrato la nostra indipendenza.

Credo che non sia necessario soffermarsi sulle paure o sulle speculazioni senza fondamento. Ciò premesso, non intendo assolutamente dire che non diamo peso alle voci o ai dubbi in merito all'apertura, trasparenza e indipendenza di Huawei.

Pertanto, così come abbiamo fatto in passato, anche in futuro continueremo ad adottare un approccio trasparente e a dialogare attivamente con tutte le parti interessate a proposito dei loro dubbi legittimi, fornendo tutte le informazioni di cui hanno bisogno.

Yang Yuan, Financial Times: Ha detto che le preoccupazioni manifestate sarebbero più di ordine geopolitico che di carattere prettamente tecnico. Ha sottolineato che alcuni governi hanno sollevato dubbi sulla sicurezza dei sistemi 5G di Huawei, facendo particolare riferimento agli Stati Uniti. Pensa che le stesse preoccupazioni geopolitiche stiano spingendo anche paesi come il Giappone o più di recente la Repubblica Ceca o persino la BT a rimuovere le apparecchiature Huawei dalla loro rete principale? Crede che questi paesi possano essere influenzati politicamente dalle accuse mosse dagli Stati Uniti? Oppure pensa che le loro preoccupazioni abbiano una natura realmente tecnica? Vorrei farle una domanda più specifica a questo proposito: l'Oversight Board del Regno Unito, ovvero la FCC di cui abbiamo appena parlato, ha stabilito a luglio che gli standard di sicurezza Huawei erano al di sotto di quelli del settore. Pensa che sia stata una constatazione tecnica o ancora una volta dettata da interessi politici? E se si è trattato di un risultato tecnico, come mai non vi siete fatti trovare pronti?

Ken Hu: Vorrei rispondere prima alla questione relativa alla BT. Lavoriamo con la BT da più di 10 anni. Siamo ottimi partner e abbiamo fornito alla BT un'enorme quantità di apparecchiature, sia per la telefonia fissa che wireless.

Fin dall'inizio della collaborazione tra Huawei e BT, abbiamo discusso a fondo della strategia generale prima di passare all'implementazione della rete e in particolare abbiamo discusso di dove introdurre le apparecchiature Huawei nelle reti BT.

A proposito della tecnologia 5G, la BT ha pienamente riconosciuto la leadership di Huawei come dimostrato dalle dichiarazioni del Chief Architect, che ha definito Huawei l'unico reale fornitore 5G ora presente sul mercato. È dunque fuori discussione che la BT per motivi tecnici decida di rimuovere le apparecchiature Huawei principali.

La nostra collaborazione con la BT seguirà questa strategia di implementazione della rete concordata in precedenza.

Il report OB di quest'anno includeva le aree in cui Huawei deve migliorare le sue capacità tecniche. Consideriamo estremamente utile questo report e apprezziamo le opinioni e la visione che contiene.

Da un lato abbiamo avviato discussioni molto attive con gli operatori del Regno Unito e con le autorità di controllo per studiare ed esplorare insieme i nostri piani di azione per un miglioramento basato su questi risultati.

Allo stesso tempo, abbiamo anche avviato delle procedure interne. E direi che negli ultimi due mesi e meno di metà anno, i passi compiuti nei vari ambiti sono stati piuttosto incoraggianti.

Eunice Yoon, CNBC: Il presidente Trump ha mostrato di preferire un'interazione diretta con la dirigenza, come è avvenuto con Jack Ma. Ha valutato l'ipotesi di recarsi personalmente alla Casa Bianca o di inviare un suo delegato? O se ricevesse un invito, lo accetterebbe?

Ken Hu: Non abbiamo ricevuto alcun invito per il momento e non credo sia in programma.

Dichiarazione conclusiva

Ken Hu: Signore e signori, vi ringrazio moltissimo per questa lunga intervista. È stata molto utile perché mi ha permesso di conoscere i diversi punti di vista della comunità dei media. Prima di chiudere questa sessione, vorrei fare un breve resoconto.

Come vi dicevo prima, la realtà Huawei di oggi è il risultato del duro lavoro e della dedizione di ogni singolo membro del personale Huawei negli ultimi 30 anni. Apprezziamo la fiducia e il supporto ricevuti dai nostri clienti, partner e da moltissimi governi di tutto il mondo.

Sono entrato in Huawei nel 1990, quasi 30 anni fa e ho avuto dunque l'onore di assistere a quasi tutto il processo. Dal mio punto di vista, negli ultimi 30 anni, questo viaggio di trasformazione di Huawei ha riguardato moltissimi aspetti, in termini d cultura e di gestione delle persone. È un viaggio che ci ha aiutati a trasformarci da fornitore sconosciuto a leader della tecnologia 5G. E oggi in realtà le nostre soluzioni 5G dominano i mercati, sono un passo avanti a quelle dei concorrenti.

Apprezziamo molto il riconoscimento della società e la dedizione dei nostri dipendenti. Inoltre, pensiamo che i leader di settore debbano essere rispettati, perché favoriscono una concorrenza positiva e lo sviluppo della tecnologia e della società. Come già detto, la tecnologia 5G del futuro creerà enormi opportunità e vantaggi per la società. Trasformerà in modo incredibile le vite di molte persone e il futuro di molti settori e noi pensiamo che tutto questo sarà possibile grazie ad una supply chain globale.

Parlando di sicurezza, negli ultimi 30 anni abbiamo anche raccolto l'innegabile prova della sicurezza dei prodotti Huawei. Non esistono evidenze che dimostrino che Huawei rappresenti una minaccia per la sicurezza nazionale di alcun paese. Saremo sempre aperti al dialogo con chiunque abbia preoccupazioni legittime. Ma per qualsiasi accusa infondata, ci difenderemo strenuamente e non permetteremo che la nostra reputazione venga danneggiata.

E infine vorrei lasciarvi con una citazione di Romain Rolland. "C'è solo un eroismo nel mondo: vedere il mondo così com'è e amarlo." "In Huawei, vediamo quello che abbiamo affrontato e continuiamo ad amare il lavoro che stiamo facendo. Anche in Cina abbiamo un detto simile.

"道阻且长,行且将至. " Significa che la strada da percorrere è lunga e difficile, ma continueremo ad avanzare verso la nostra destinazione perché è un viaggio che ormai abbiamo intrapreso. Vi ringrazio ancora per il tempo che mi avete dedicato oggi. Sono molto soddisfatto di questa piacevole conversazione. E infine vorrei augurare a tutti voi, anche se in anticipo, i miei migliori auguri di Buon Natale e felice anno nuovo. Grazie.